La nostra esistenza è come un veliero in balia dei venti e delle onde, che naviga tra un desiderio e l'altro. Questi desideri ci guidano a sperare in un futuro migliore, ci spingono verso obiettivi, posizioni e livelli che ambiamo raggiungere. I nostri pensieri sono intrisi di desideri. Tuttavia, desiderare non riguarda le cose quotidiane, ordinarie, legate alla sopravvivenza o ai bisogni immediati. Il termine desiderare deriva dal latino "desiderare", composto dal prefisso "de-" (indicante privazione o mancanza) e "sidera" (stelle), e significa letteralmente "avvertire la mancanza delle stelle". Questa radice ci indica che il desiderio è una frequenza energetica potente, che ci porta ad ambire a ricongiungerci con una dimensione più alta, con l'universo, con il cielo, con il divino. Questa energia si manifesta solo quando il nostro desiderio è puro, libero da bisogni egoistici, attaccamenti e preconcetti su come dovrebbe essere la nostra vita.
Desiderare è un atto di fede, è un ponte che creiamo tra noi e l'invisibile. Significa posizionarsi su una frequenza energetica che trascende i bisogni egoici e mentali, e che può esprimersi solo quando il desiderio è allineato con i nostri talenti, con i bisogni della nostra anima, con ciò che siamo venuti a fare in questa vita. Spesso, però, confondiamo il desiderio con un bisogno. Quando desideriamo partendo da un bisogno, perdiamo l’opportunità di espanderci e di sintonizzarci sulla pura e limpida energia del desiderio.
Desideriamo perché sentiamo una mancanza, percepiamo un vuoto che viviamo come un problema da risolvere. Spesso cerchiamo di riempire questo vuoto con cose inadeguate, che non risuonano con la nostra vera frequenza, ritrovandoci saturi ma ancora incompleti, ancora non integri. È fondamentale mettere a fuoco, fare esperienza e ricercare la vera frequenza dell'energia del desiderio, affinché i nostri desideri non abbiano radici nella mancanza, ma nella volontà di completarci, di dare un senso alla nostra vita.
Occorre quindi ri-significare il termine mancanza. La mancanza non è più uno spazio vuoto da colmare, ma uno spazio vuoto da accogliere. È un terreno fertile dove può fiorire ciò che la nostra anima ci chiede veramente, attraverso modalità e disegni che non possiamo predeterminare. Il nostro completamento ha a che fare con la parte più spirituale, con l'invisibile, con i talenti della nostra anima, con la missione della nostra vita.
Giovedì 8 agosto alle ore 18.30 online su Zoom, staremo insieme per condividere un'esperienza meditativa simbolica e potente aspettando la notte di San Lorenzo.
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Filippo
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