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Immagine del redattoreFilippo Manassero

L'orchidea dei samurai

L’undicesimo Shogun, Ienari Tokugawa,

che ha retto le sorti del Giappone dal 1773 al 1837,

ha amato questa pianta tanto da collezionarne duecento esemplari.

La coltivazione di questa orchidea era permessa solo nelle case dei samurai,

i feudatari portavano i loro “gioielli verdi” negli spostamenti periodici verso Edo,

l’odierna Tokyo, questo ben spiega il soprannome di “Orchidea dei samurai”.


Come mai una casta guerriera trovò tanto interesse per un’orchidea?

Fu sicuramente la forma del fiore, una forma ben nota ai samurai che simboleggiava il Kabuto, il loro elmo da guerra. Tanto era importante la buona coltivazione di questa orchidea, che assumeva valore simbolico anche la piantumazione nel vaso, se ben eseguita rappresentava il coraggio e la corretta formazione del bushi.


Sabato 21 e domenica 22 novembre dalle ore 14 alle 15.30

potremo stare nuovamente insieme al Sumi-e Exeperience Workshop - online sul tema dell'orchidea giapponese.

Ti ricordo che se lo hai già frequentato in presenza o on-line puoi tornare a praticarlo gratuitamente. Scopri come a questo link https://www.filippomanassero.it/post/un-pensiero-per-te


Se invece desideri partecipare per la prima volta, puoi iscriverti a queso link https://www.artdecosnc.com/online-store


Ti aspetto e ti saluto con questo haiku:


Il profumo dell’orchidea /penetra come incenso / le ali di una farfalla.

Matsuo Basho ( 1664-1694 )



In Giappone questa orchidea è chiamata Fuuran, abbreviazione del più completo nome “Keiran Ichimei Fuuran”, termine che possiamo tradurre in “Orchidea del vento”, nome ancora usato per indicare le piante in sito.

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