Siamo abituati ad intendere il minimalismo, come l'equivalente del descrivere, rappresentare o possedere meno cose. In realtà il minimalismo è più una tendenza, un criterio attraverso il quale agire e destinare le nostre risorse esclusivamente a ciò che è essenziale.
Il minimalismo è in qualche modo, il tentativo occidentale di dare un nome a quell'esigenza interiore di fare "pulizia" nella propria vita, che in Oriente ha a che fare con lo Zen.
Ma mentre il minimalismo è emerso in Occidente in un'epoca tutto sommato recente, lo Zen ha da sempre connaturato in sé questo stile. A partire dall'imporre al Monaco, la rinuncia al superfluo riducendo i suoi beni alla tunica ed alla ciotola per bere e mangiare.
Nell'Arte occidentale il minimalismo non lo concepiamo come una azione di rinuncia, ma piuttosto di ricerca di stile che talvolta può lasciare spazio al superfluo, purché rispetti criteri di essenzialità. Nel Sumi-e invece, la rinuncia ritrova il suo peso, proprio come nella dottrina Zen a cui appartiene.
Praticare il Sumi-e infatti, è allenarsi a far emergere una capacità di lasciare andare e di rinuncia. Riuscire attraverso l'esercizio, a sviluppare la dote della concentrazione e del non attaccamento al desiderio di un risultato e lasciare che in questo flusso, pochi segni di inchiostro rendano possibile una visione completa e totale attraverso gli occhi della mente, dando vita ad una suggestione potente e profonda che in qualche modo, ha il gusto dell'illuminazione.
La sua semplicità è talmente palese da risultare difficile nel riuscire a metterla in atto.
Occorre abbandonare abitudini, atteggiamenti e false credenze, per abbandonarsi a lasciare che l'incontro del pennello con la china, la carta e il nostro movimento, si fondano in un equilibrio totale. Senza cedere alla tentazione di governare il processo.
Si tratta di trovare il piacere nella pratica in sé al di là di un risultato.
Si tratta di studio, applicazione e ripetizione fino a disinnescare il proprio ego per dare vita ad una fusione di tutti gli elementi che compongono la pratica: il pennello, la china, la pietra, la carta e la nostra identità allo stato puro e quindi non condizionata dal nostro ego, che tendenzialmente non è molto incline alla rinuncia.
Il prossimo weekend del 18 e 19 dicembre, orario 14 - 15.30 staremo nuovamente insieme per il Sumi-e Experience Workshop sul tema del Fiore di Ciliegio, un soggetto pregno di significati e di simbologie nella cultura Giapponese.
A questo link puoi iscriverti e ti ricordo che puoi tornare a frequentarlo gratuitamente se lo hai già fatto ( scopri tutto).
Ti saluto con questa storia che descrive in forma narrativa i concetti che ti ho proposto.
Ti aspetto
Filippo
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